O Espírito da Paz

 

Dal punto di vista musicale, l'opera è suddivisa in movimenti al pari di una sinfonia. I critici meno avvezzi all'ascolto della musica classica hanno interpretato questa organizzazione dell'opera osservando la somiglianza tra alcune canzoni e criticando questa apparente "mancanza di creatività".
Si tratta di quei critici che sarebbero in grado di lamentarsi dell'eccessivo ripetersi del tema principale nel primo movimento della V di Beethoven (questo, chiaramente, non vuole essere un paragone). La risposta sta quindi nel fatto che in ogni discorso, ogni concetto deve far riferimento alle conclusioni tratte precedentemente. Il primo movimento è formato dal Concertino in cui la ragazza intraprende questo suo viaggio iniziatico chiedendosi se sia questo il suo destino. Il secondo movimento è formato da Os senhores da guerra, Pregao, O mar e Os moinhos, dove la ragazza affronta il mondo che la circonda (il mare, il sole, la guerra). Il terzo movimento è formato dalle Tres Ilusoes, in cui la riflessione si sposta sulla sfera personale (l'amore, la colpa, l'amarezza). Il quarto movimento, sublime per coerenza e forza, è dato dalle ultime quattro canzoni in cui la riflessione sull'io e sulla realtà si intrecciano portando alla conclusione di pace di Ajuda. "O Espírito da Paz" è il disco più "difficile" dei Madredeus non tanto dal punto di vista compositivo, quanto dal punto di vista concettuale. Questo disco nasce infatti come concept album, ovvero come opera tesa a veicolare un messaggio attraverso l'esposizione di una storia. In questo caso particolare la storia è semplice sul piano "terreno" (il viaggio di una ragazza che canta per diffondere la pace), ma enormemente complessa sul piano della riflessione interiore. Non si tratta quindi della storia di un evento, ma della storia di una riflessione. Solo dopo un lungo studio, le parole svelano i temi di quest'opera: il mare, la guerra, il sole, l'amore, il silenzio, il destino, il viaggio. A questo punto, può sembrare impossibile trovare una linea guida che conduca al significato vero che quest'opera cerca di veicolare. Dopo circa un anno e mezzo di ascolto appassionato i due "comandamenti", i due elementi unificanti sono venuti alla luce: il rapporto dell'io con il suo inconscio ed il rapporto dell'io con il tutto. La estrema novità di questi elementi apparentemente noti sta nella profondità estrema con la quale vengono analizzati, che permette di giungere a conclusioni e considerazioni di grande valore. Della guerra non interessano gli effetti materiali, ma ciò che ne è alla base. Si ricerca il significato più vero di pace, vista, più che come assenza di guerra, come consapevolezza di far parte di una comunità di "...homens...unidos no destino da terra...". Il mare diventa l'incarnazione terrena dell'infinito. La canzone O Mar sembra proprio descrivere lo stupore dell'uomo che percepisce l'esistenza e la concretezza dell'infinito e la sua incapacità di separarsene (da dove origina questa affinità dell'uomo per l'infinito?). Vem sembra contraddire questa mia tesi, proponendo un dialogo tra due persone lontane che si amano. Ma è proprio l'amore totale che emerge dalle parole "...perdi a luz do teu viver..." (la più bella dichiarazione d'amore che abbia mai letto!), ciò che rende quelle due persone una sola entità dotata di due anime unite in una "...mesma luz...mesmo amar...".
In un certo senso questa canzone riprende quel concetto così ben sviluppato da John Donne nella sua "Valediction - Forbidding Mourning" (se non l'avete mai letta, vi consiglio di leggerla, poichè è realmente stupenda), in cui paragona i due amanti alle gambe di un compasso, che possono allontanarsi, ma che mantengono sempre e comunque una identità comune e che sono destinate a riunirsi. Anche quel dialogo si riconduce quindi ad una riflessione personale. In tutte le canzoni, l'analisi dell'io più profondo (i sentimenti di colpa, amarezza, amore) porta a scoprire caratteristiche universali dell'uomo, e la contemplazione del tutto (il sole, il mare, la guerra) porta alla scoperta dei propri sentimenti più intimi. E' proprio in questo punto che è nascosto il messaggio più vero di "o espirito da paz": la riflessione su se stessi e sul mondo come unica arma per comprendere come la nostra individualità sia parte di una individualità universale. Questa consapevolezza di condividere con ogni essere umano i tratti più intimi dell'anima è l'espirito da paz. Ognuno di noi leggerà nelle riflessioni personali della ragazza ciò che vi è di più personale, di più intimo: ed è qui che viene conservata l'identità e la peculiarità delle persone. Ognuno vive e soffre degli stessi sentimenti, ma il modo con cui ci rapportiamo ad essi è peculiare di ciascuno di noi. Alla fine del disco (Ajuda), proprio la ragazza ci dice di essere il più grande mistero del proprio mondo, ma anche di essere al centro di un mondo. "O Espírito da Paz" è un disco enorme che deve essere ascoltato d'un fiato. La sua forza sta nella sua organicità e nella sua autonomia come opera musicale. I testi sono la parte concettualmente più stimolante. Della musica e della voce, della Sua voce, nulla so dire, nulla voglio dire, nulla posso dire. Mi piacerebbe, ora che ho descritto nella maniera più canonica l'opera dal punto di vista tematico e musicale, esprimere qualche parere estremamente personale. "o espirito da paz" è un disco con un che di ultraterreno e di astratto. La voce di Teresa sembra più la voce della nostra coscienza che la voce di una persona che ci parla, e la musica che la accompagna è in grado di evocare in me immagini, suoni, colori, profumi. E questo, dopotutto, penso sia lo scopo e il senso primo dell'arte. Se "Ainda" riesce a descrivere con notevole profondità quel profumo che solo Lisbona emana, "o espirito da paz" riesce a far provare quella sensazione che provano tutti coloro che sono stati in Portogallo. Chi di voi vi è già stato avrà già capito. Questa musica mi porta alla mente quel mare, quel blu d'un cielo irripetibile, quel sole, quella terra, quel calore. Il Portogallo è una terra intensa, che si dà totalmente e immediatamente a tutti coloro che la visitano, rivela i suoi segreti, le sue ferite, le sue gioie; ed è una terra che ti racconta il mare che vedrai, e che cerca di ricordartelo anche quando non lo puoi vedere. In "o espirito da paz" ho trovato le stesse caratteristiche della terra che lo ha partorito. E' intenso, caldo, ma pacifico e sereno. E' una musica ed una terra che non hanno bisogno di urlare per essere forti e per farti provare il brivido del sentimento. L'opera più cosmopolita nasconde quindi l'anima più realmente portoghese dei Madredeus. Questo, è il vero superamento del fado. Questo è ciò che sento. Questo è ciò che provo come fan, come critico, come musicista, come uomo. Questo è il mio unico strumento per farvi comprendere almeno in parte questo fiore musicale che allieta la mia vita. Non fidatevi quindi di coloro che utilizzano il nome dei Madredeus per apparire come acculturati musicali. Questa non è una musica per persone colte, ma una musica per persone in grado di ascoltare con il cuore e non con il cervello.

Corvinus

dal sito Madredeus - O Porto - http://go.to/madredeus