"Os Dias da Madredeus" è un album che tutti i grandi fan di Madredeus portano nel cuore in un posto speciale. Si tratta del primo esperimento, un primo lavoro che oggi definiremmo approssimativo, estremamente amatoriale. Ma nessuno riesce a negare il fascino nascosto in questa registrazione. Un po' come quando ti trovi a guardare la vecchia foto di un tuo figlio ai suoi primi vagiti: una sensazione di recupero di una realtà, di una emozione perduta, la ammirazione incoercibile per ciò che era un tempo e non è più.
Trascinati da questo fascino di ciò che è trascorso, molte persone si lasciano andare a commenti nostalgici per quei giorni di Madredeus in cui si respirava il profumo dell'idea allo stato primordiale, dell'esperimento in via di concepimento, dell'istituzione che viene spezzata.
Quei giorni di Madredeus furono forse più di altri figli del loro tempo, della loro terra. Il Portogallo si trovava in quegli anni in preda ad un grande interesse per tutto ciò che era straniero. I 50 anni di oppressione avevano saturato l'interesse popolare per tutto ciò che era veramente portoghese e ci si rivolgeva quindi al di là dei confini per rendersi conto di quello che era successo nel frattempo. Questa situazione minacciava di divenire il supporto per una "colonizzazione culturale" ad opera dei paesi ricchi dell'Occidente, così come sta avvenendo per i paesi dell'Est europeo, improvvisamente risvegliatisi dal torpore dittatoriale. Come tuttavia abbiamo imparato dall'arduo studio del Medioevo, anche quei periodi che la storia e la morale ci hanno definito come "bui" non sono mai riusciti a fermare veramente la naturale evoluzione del pensiero umano, del suo sentire, della sua arte.
Da questo panorama emerse una idea, quella che fu poi quella di Madredeus. Si voleva far musica portoghese e non una buffa applicazione di quei "canoni" musicali che venivano importati dalle radio e diffusi tra la gente che in essi respirava paradossalmente il profumo di libertà. Si voleva far musica che traesse le proprie origini dalla musica popolare portoghese ma che fosse musica moderna, utilizzasse strumenti moderni. E più di tutto, non si voleva cantare in portoghese ma il portoghese. Si voleva difendere questa lingua così evoluta e ricercata nella sua espressione. Si voleva cantare questa lingua che secoli di poesia hanno nobilitato e reso autonoma.
E queste parole portoghesi avrebbero dovuto scorrere su una musica che doveva dipingere scenari e paesaggi del Portogallo, usando i colori tipici di quella terra.
Con questi sognanti propositi si incontravano Pedro e Rodrigo buttando giù su fogli sparsi idee musicali senza una concretezza, senza una realizzazione, quasi senza uno scopo. Quasi come se fosse una silente rivalsa verso quel mondo musicale che stavano vedendo soccombere sotto la pressione del mercato. Una rivalsa, una affermazione di indipendenza, una volontà di affermare la propria capacità di fare per conto proprio. Il desiderio di mostrare al mondo come il Portogallo potesse dire qualcosa di unico ed irripetibile.
Si unirono Gabriel e Francisco. Una fisarmonica ed un violoncello.
Ma tutto restava nel Limbo delle idee, e si limitava a un incontro tra amici con l'allegria di chi ama suonare insieme.
L'evento accadde dopo più di un anno, quando Teresa piombò nella vita di questi musicisti, aprendo in quella onirica stanza in cui si erano rinchiusi una finestra sulla realtà. E l'aprì cantando.
La voce di Teresa ispirò, entusiasmò, realizzò l'immagine musicale che gli strumentisti avevano fin a quel momento coltivato nella mente e nel cuore.
Teresa cantò, cantò e cantò. E quel canto libero e pieno di quella amabile forma ingenua di gioia giovanile resta inciso nelle canzoni di "Os Dias da Madredeus".
E' questo che vorrei sottolineare di questo album: la libertà. In ogni canzone, in ogni parola, in ogni nota si avverte quella particolare serenità che contraddistingue le persone che fanno ciò che fanno in libertà essendo conscie del privilegio di poterlo fare.
E quando ora ascolto quell'album sento una grande gioia. La gioia interiore di chi guarda la vecchia foto di un figlio ai suoi primi vagiti, sapendo che è cresciuto bene e che ora è libero, autonomo, conscio.
Corvinus
dal sito Madredeus - O Porto - http://go.to/madredeus